Politica e ideologia

Il percorso ideologico e politico di Pasolini:

6-  “Discredito, denigrazione e diffamazione”

Il mio vero peccato è di aver esercitato il mestiere di giornalista da polemista e da poeta, nella più totale insubordinazione. Questa insubordinazione l’hanno trasferita sul piano morale e l’omosessualità è divenuta il principio stesso del male. Lo scandalo in realtà è sorto dal fatto che non solo non tacevo la mia omofilia, ma anche dal fatto che non tacevo nulla. A procurarmi odio e insulto è stato il diritto di parola che mi prendevo”.

(Da "Pier Paolo Pasolini, la ragione di un sogno" di Laura Betti")
 

Provengono dalla stampa di tutte le parti politiche denigrazioni e critiche astiose e mistificanti nei confronti del poeta. Nella rubrica da lui condotta su "Vie Nuove", Pasolini denuncia questi comportamenti e delinea un quadro generale della condizione socio-politica e della sua in particolare, come scrittore i cui contenuti e messaggi vengono sempre più spesso stravolti; rivolgendosi al "lettore" della rivista, scrive: 

"Io patisco ciò che di peggio può patire uno scrittore. La mistificazione della mia opera: una mistificazione totale, completa, irrimediabile. Una vera e propria operazione industriale. Tutto quanto io dico e scrivo subisce, attraverso l'interpretazione calcolata della stampa 'libera', una metamorfosi implacabile: discredito, denigrazione e diffamazione, che, un po' alla volta, finiscono di essere dei puri e semplici strumenti teppistici, e diventano una realtà, che trasforma sociologicamente il mio stile. Lei sa che il testo non vive nella solitudine di un'anima, ma vive in una cerchia sociale. Esiste in quanto ha in sé la possibilità di un rapporto con la comunità. Ora, se questa comunità - attraverso un'apposita operazione di chi ha il potere e i mezzi di diffusione ideologica - comprende il testo di uno scrittore in modo diverso da quello che è, accade pian piano una cosa ineluttabile: che il testo - almeno per la durata della generazione - costituisce la cerchia sociale di esso, diventa realmente qualcosa di diverso da quello che esso è”. 

"Mi rendo conto proprio in questi mesi di quanto grande sia la mia tragedia di scrittore nel mondo che lei dice libero e democratico. I miei romanzi e le mie poesie perdono a vista d'occhio il loro 'significato', per aggiunte e falsificazioni continue, diuturne, dilaganti: per una interpretazione denigratoria portata a un grado di intensità e di ferocia mai viste. I miei testi deperiscono effettivamente, i significati delle mie parole hanno una reale depressione espressiva fino a essere quelli che la gente (intesa come massa guidata dal potere industriale e dal susseguente conformismo statale) vuole che siano”. 
"Piano piano anche ad alto livello questa mistificazione acquista peso e quasi ragione d'essere. Ormai anche i critici attendibili e altamente qualificati non possono non tener conto dell'aggiunta di significato data ai miei testi dalla denigrazione borghese, cioè dalla mia cerchia sociologica, cioè dalla mia nazione. E il loro giudizio comincia ad essere meno libero e sicuro. 
"Noi ci troviamo alle origini di quella che sarà probabilmente la più brutta epoca della storia dell'uomo: l'epoca dell'alienazione industriale. Lei ne è già una vittima, in quanto il suo giudizio non è libero proprio nell'atto in cui crede di meglio attuare la propria libertà; io sono un'altra vittima in quanto la mia libera espressione viene fatta passare per 'altra da quella che essa è'. Il mondo si incammina per una strada orribile: il neocapitalismo illuminato e socialdemocratico, in realtà più duro e feroce che mai". 



"Una testimonianza importante di Pasolini sulla considerazione dell’omosessualità, anch’essa fonte di grazie discriminazione, è:” L’omosessualità rimane un modo di vivere la propria sessualità che disturba e minaccia l’ordine sessuale su cui poggia l’intera costruzione delle nostre società industriali.
La pratica omosessuale costituisce rispetto a quella coniugale, un controtipo pericoloso per la riproduzione dei modelli ideologici tramandati. Il sistema della tolleranza liberale non si propone di liberare l’omosessualità sospendendo ogni giudizio e ogni sanzione contro quellli che la praticano, mira ad imprigionare tale anomalia nel ghetto dell’anomia”.

(Da "Pier Paolo Pasolini, la ragione di un sogno" di Laura Betti")

 

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