Politica e ideologia
Il percorso ideologico e politico di Pasolini:
10- Adesione / opposizione al Pci
I
rapporti di Pasolini con il Partito comunista italiano hanno destato sempre
incertezza e perplessità, ostilità in momenti particolari :
"Io mi sono sempre opposto al PCI con dedizione, aspettandomi una risposta alle
mie obiezioni. Così da procedere dialetticamente! Questa risposta non è mai
venuta: una polemica fraterna è stata scambiata per una polemica blasfema".
In un'intervista, Enzo Biagi chiese a Pasolini quali fossero le critiche da
volgere ai comunisti, che rispose:
"Le ho sempre fatte: un eccesso di burocrazia, e l'avere permesso, all'interno
del partito, atteggiamenti che sono borghesi: un certo perbenismo, un certo
moralismo. Però continuo a votare per loro".
I rapporti con il Pci consistevano anche in un incondizionato appoggio,
soprattutto nei momenti in cui le sue dichiarazioni si incrociavano con
imminenti elezioni. In uno dei suoi ultimi "messaggi" in questo senso Pasolini
dice:
"Il mio atteggiamento è di adesione al
Pci, perché voto comunista da quando ero ragazzo, dal tempo dei partigiani, sono
stato dalla loro parte, benché non iscritto, sono un indipendente di sinistra e
la mia posizione adesso è una posizione abbastanza personale, devo dire, perché
non sono decisamente nel Partito comunista, benché lo appoggi nei momenti,
insomma, di lotta, di emergenza sia sempre con loro. Non sono nemmeno con gli
estremisti, benché invece con alcuni estremisti vada molto d'accordo, ma non
potrei dirmi un estremista, non sono un extraparlamentare, per me il parlamento,
insomma, è sacrosanto […]"
Il 1° novembre 1975, alle quattro del pomeriggio, a casa sua, Pasolini rilasciò
a Furio Colombo quella che sarebbe stata la sua ultima intervista, in cui,
rispondendo alle domande del giornalista, riassumeva le sue argomentazioni su
una serie di temi che l'avevano coinvolto e appassionato per tutta la vita.
"Prima tragedia: una educazione comune,
obbligatoria e sbagliata che ci spinge tutti dentro l'arena dell'avere a tutti i
costi […] L'educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere."
"Ho nostalgia della gente povera e vera
che si batteva per abbattere il padrone senza diventare quel padrone. Poiché
erano esclusi da tutto, nessuno li aveva colonizzati."
"Il potere è un sistema di educazione
che ci divide in soggiogati e soggiogatori. Ma attento. Uno stesso sistema
educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai
poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso
modo. Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra in Borsa
uso quella. Altrimenti una spranga."
"Non ci sono più esseri umani, ci sono
strane macchine che sbattono l'una contro l'altra. E noi, gli intellettuali,
prendiamo l'orario ferroviario dell'anno scorso, o di dieci anni prima e poi
diciamo: ma strano, ma questi due treni non passano lì, e come mai sono andati a
fracassarsi in quel modo? O il macchinista è impazzito o è un criminale isolato
o c'è un complotto. Soprattutto il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto
il peso di confrontarci da soli con la verità."
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