Gli Scritti
Il percorso ideologico e politico di Pasolini
attraverso le sue opere:
4-
"Il Caos"
Nel 1968, a Pasolini viene dato
l’incarico di scrivere per una rubrica intitolata "Il Caos" sul settimanale
"Tempo illustrato". Davide Lajolo, dirigente del Pci, gli scrive: "Un colloquio
nessuno lo può tenere meglio di te proprio perché sono in molti da ogni parte
che ce l'hanno con te".
La rubrica deve costituire "un fronte di
piccole battaglie quotidiane" da impiegare in opposizione ai terrorismi di
destra e di sinistra e contro la borghesia, intesa da Pasolini "come una vera e
propria malattia".
Commenta Nico Naldini nel suo
Pasolini, una vita:
"Mentre 'Il Caos' espone in pubblico
ogni sorta di polemiche, e qualche volta è costretto a rispondere alle
moltissime proteste dei lettori del settimanale, allo stesso tempo tende a
rinchiudersi in se stesso nella forma di un diario privato in cui cessa
l'obbligo della chiarezza didascalica, del 'messaggio', si accentuano le
idiosincrasie, si approfondiscono le contraddizioni, e il giudizio, lungi dal
volerle conciliare, punta su quel 'canone sospeso' e in quella forma di 'grido
di disperazione' che contraddistinguono le sue opere creative".
Nel marzo 1970 il direttore di "Tempo"
fece presente a Pasolini la decisione di chiudere la rubrica "Il Caos" per le
"reazioni sfavorevoli" dei lettori del settimanale.
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