Questo sito è dedicato a Wladislaw Szpilman, il pianista polacco che visse sulla sua pelle gli orrori dell'olocausto operato dalla Germania nazista di Hitler ai danni di milioni di uomini tra: ebrei, zingari, prigionieri politici e testimoni di geova.
La colpa di Szpilman era quella di essere di origine ebraica.
Ed essere di origine ebraica in un'Europa profondamente antisemita e tesa a formulare manifesti che indicassero la diversità razziale dell'uomo e la superiorità della cosidetta razza ariana era una colpa grave. Una colpa che si pagava con i peggiori maltrattamenti tesi a far perdere, prima, la dignità e la vita sociale di ogni individuo e poi a farne perdere, anche, la vita fisica.
La storia di Wladislaw Szpilman, celebrata con il film capolavoro di Roman Polaski: "Il Pianista", è una storia che per fortuna si conclude con un "lieto fine".
E' la storia di un uomo che fu rinchiuso nel ghetto della sua città, Varsavia.
E' la storia di un uomo a cui fu tolto tutto dai beni materiali più piccoli agli affetti famigliari.
E' la storia di un uomo che riuscì a salvarsi grazie all'amore per la sua musica, grazie a degli amici che lo aiutarono a fuggire dal ghetto, lo nutrirono e lo nascosero.
E' la storia di un uomo fragile che divenne forte e contro gli stenti sopravvisse tra le macerie della sua città fino a quando le sue note non vennero udite da un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld, che lo nascose, lo nutrì e gli diede la forza per continuare a resistere in mezzo a quell'orrore.
Leggi la Prefazione, al libro di Wladislaw, scritta dal figlio Andrzej Szpilman
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