L'OPIFICIO

Il termine Risiera è di origine dialettale, in realtà il luogo dove il riso viene lavorato è detto Opificio. Il progetto dell’impianto originario dello stabilimento fu presentato nel 1898 dall’ingegnere Arturo Ziffer all’amministrazione triestina. Prevedeva la costruzione di una serie di 14 edifici per la lavorazione del riso sul terreno in località San Sabba.

La posizione della proprietà, seppur lontana dal centro di Trieste, era considerata strategica per la sua vicinanza al mare e alle strutture portuali che si sviluppavano in quegli anni, e per la possibilità di collegarsi direttamente con la linea ferroviaria Trieste-Parenzo che si trovava nelle vicinanze.

Nella planimetria del 1898 è chiara la gerarchizzazione degli impianti in direzione nord-est/sud-ovest: sulla strada per Servola, ovvero la principale via carrabile verso Trieste, si trovano l’accesso principale (Foto a lato) con la portineria e la casa d’amministrazione e d’abitazione. Il prospetto principale, “Facciata verso città”, presenta una ripartizione verticale regolare, individuata solo da un pronao d’ingresso centrale, le finestre sono tre per ogni partizione. Dietro la casa d’amministrazione vi è una corte chiusa a nord dalla cisterna e l’officina meccanica, e a sud-ovest dal molino alto sei piani, sui lati del quale si attestano i magazzini. Il fronte sud-ovest è caratterizzato dall’accesso su rotaie tra due grandi magazzini paralleli. Al centro dello stabilimento si trovano gli edifici fondamentali per l’attività di pilatura del riso: la sala caldaie con la ciminiera, la sala macchine e il molino.


Piantina del progetto di Arturo Ziffer

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