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“Lettera dello studente triestino Pino Robusti il giorno prima di essere ucciso e bruciato in Risiera”

Trieste 5 aprile 1945

Laura mia,

mi decido di scrivere queste pagine in previsione di un epilogo fatale e improvveduto. Da due giorni partono a decine uomini e donne per ignota destinazione.

Può anche essere la mia ora. In tale eventualità io trovo il dovere di lasciare come mio unico ricorda queste righe. Se quanto temo dovrà accadere sarò una delle centinaia di migliaia di vittime che con sommaria giustizia in un campo e nell’altro sono state mietute.

Per voi sarà così tremenda, per la massa sarà il nulla, un’unità in più a una cifra seguita da molti zeri. Ormai l’umanità si è abituata a vivere nel sangue.(…) Addio Laura adorata, io vado verso l’ignoto, la gloria e l’oblio, sii forte onesta, generosa e inflessibile.

Laura santa. Il mio ultimo bacio a te, che comprende tutti gli affetti miei: la famiglia, la casa, la patria, i figli.

Addio, Pino 
[testimonianza_1]

Franc Šircelj partigiano sloveno. Catturato dai tedeschi durante un rastrellamento, venne subito trasferito e imprigionato a San Sabba. Vi rimase per cinque mesi. Una sera venne prelevato dalla cella, fatto spogliare dalle guardie naziste ed introdotto nella stanza del forno crematorio. A quel punto, inspiegabilmente, venne rimandato in cella a spinte e calci.

"Io avevo una piccola matita nascosta in un buco nel muro. Ho fatto delle scritte lì, nella cella numero tre. Più volte sono ritornato a vedere questa cella, ma è stato tutto cancellato, è stato tutto ridipinto e non si vede più nulla. Anche nella stanza della morte, dove sono stato, era pieno di scritte sui muri. Lì ho pensato: chissà quante persone sono passate attraverso questa stanza. Questo l'ho pensato dopo, perché nei primi tempi, quando stavo qui, io non sapevo nemmeno che c'era il forno crematorio" [testimonianza_2]

Marta Ascoli:nel 1944 aveva 17 anni. Arrestata con la famiglia, prima di essere deportata ad Auschwitz, venne rinchiusa alla Risiera di San Sabba per una settimana.

"Prima di partire i tedeschi fecero saltare il forno crematorio che c'era qui. Per quello che riguardava ossa e cenere, venivano messe nei sacchi, ma questo lo seppi dopo, e venivano portate via dai tedeschi su carri trainati da cavalli. E venivano portati abbastanza lontano, a Scalo legnami, e lì gettate in mare. E a distanza di anni vennero trovate, queste ceneri forse no, ma le ossa di queste persone vennero trovate" [testimonianza_3]