LE VITTIME

Il forno della Risiera, alimentato a benzina e legno, ha cominciato a funzionare prima del giugno ’44, con una capacità giornaliera di 50-70 corpi. Secondo calcoli fatti da superstiti e studiosi tra le tre e le quattromila, le persone uccise in Risiera. Il forno funzionava sistematicamente, ciclicamente. Ogni settimana per un certo numero di giorni, solitamente di notte.

La Risiera fu senz’altro un campo di eliminazione, ma non solo questo. Fu un Polizeihaftlager cioè un campo di detenzione.

Furono condotti in Risiera (secondo un ordine di mortalità):

- partigiani sloveni
- partigiani croati
- antifascisti italiani
- battaglioni di soldati italiani che erano sospettati di voler disertare;
- ebrei.

Tra gli ebrei solo una trentina (soprattutto anziani) furono uccisi in Risiera, mentre circa 1200 passarono per San Sabba per essere poi condotti ad Auschwitz.

San Sabba è quindi un campo di transito per gli ebrei ed è un campo di eliminazione per antifascisti e partigiani.

Gli ebrei venivano sfruttati nella cucina del campo, nell’attività di sartoria, nella sistemazione dei beni razziati, e più in generale, nei lavori di fatica. Questi ebrei erano parenti di ebrei che collaboravano con i tedeschi e in Risiera li considerarono talmente compromessi che non avrebbero detto nulla su quel che avveniva in quei luoghi. Questi stessi ebrei (circa 20 ) fanno parte degli ultimi 60 detenuti che Oberhauser liberà il 30 aprile ’45, prima della sua fuga.

Per quanto riguarda l’uccisione di ebrei anziani l’SS faceva loro firmare una liberatoria in cui i tedeschi si impegnavano a non farli lavorare, la Risiera doveva dunque essere solo per loro un luogo di detenzione. Dopo la firma, la stessa notte, quegli anziani venivano eliminati.

I metodi di uccisione furono selvaggi. Si uccise con l’abbattimento tramite una mazza ferrata (foto in basso), che fu rinvenuta tra le macerie del forno, si strangolò, si fucilò, si praticò una serie di efferatezze e di crudeltà sicuramente simili a quelle che furon praticate nei campi polacchi.

frusta

Dal lager ci fu solo una fuga, durante il bombardamento più forte che Trieste dovette subire: il 10 giugno 1944. Fuga che avvenne per disattenzione di nazisti, quando un piccolo gruppo di detenuti si allontanò, correndo, fino alle porte della Risiera.



Testimonianze>