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Mappe del Ghetto di Varsavia dal 1940 al 1943
Il ghetto di Varsavia fu istituito dal regime nazista nel 1940 nella città vecchia di Varsavia, fu il più grande ghetto europeo.
L’intera zona, oggi tristemente nota come l’antico "ghetto ebraico" di Varsavia, prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale era abitato, in prevalenza, dagli stessi ebrei, i quali costituivano la più grande comunità ebraica dopo quella di New York. Il quartiere, detto Nalewki, era pieno di condomini e privo di spazi verdi, si parlavano l’yiddish, l’ebraico e il russo (dagli ebrei che erano fuggiti dalla Russia) e gli abitanti avevano la libertà di spostarsi e stabilirsi anche negli altri quartieri della città.
Con l’inizio della seconda guerra mondiale, i nazisti trasformarono l’intera zona in ghetto erigendo il 16 novembre 1940 un muro che la circondava completamente e iniziando un processo di distruzione e devastazione che culminò nel 1943, quando il 19 aprile l’Organizzazione di Lotta Ebraica si rivoltò alla presenza tedesca con lo scopo di sfidare i nazisti e morire con dignità ed onore; il ghetto fu raso completamente al suolo.
Già precedentemente erano state uccise centinaia di migliaia di persone: all’inizio, il ghetto ospitava 450.000 ebrei, i quali abitavano anche in dieci dentro ad una stanza. Ufficialmente, esisteva un’amministrazione, il Consiglio Ebraico (Judenrat), ma si trattava solo di una copertura per eseguire ordini nazisti: sterminare gli abitanti del ghetto, creando condizioni drammatiche e adottando la strategia della paura e del terrore. Introdussero il lavoro schiavistico nelle fabbriche ebraiche, dopo essersene impadroniti e nell'estate del 1942 cominciò l'evacuazione del ghetto e il trasporto degli abitanti verso i campi di sterminio (principalmente Treblinka) dove trovarno la morte oltre 300.000 persone nelle camere a gas.
Dopo la fine della guerra, la zona fu completamente ricostruita con complessi residenziali ma vi sono stati cotruiti numerosi monumenti in memoria degli orrori.
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