Domenica 19 aprile 1943:
Pasqua ebraica, mattina
Alle 2 del mattino i tedeschi terminano lo schieramento che ha circondato l'intero ghetto. Alle 2.15 il comando della ZOB dirama l'ordine di allarme, i tedeschi possono attaccare in qualsiasi momento. Le squadre della ZOB e della ZZW raggiungono i posti di combattimento loro assegnati. Alle 6.00 del mattino ai chiarori dell'alba i tedeschi in assetto di guerra entrano nel Ghetto. Le truppe avanzano in due colonne.
Una colonna imbocca via Nalewki e marcia verso l'incrocio con via Glesia e via Franciszkanska. La seconda colonna percorre via Zamenhof, supera l'incrocio con via Gesia e prosegue. Una parte gira a sinistra lungo via Wolynska e l'altra prosegue sino all'incrocio con via Mila. La colonna che marciava lungo via Zamenhof aveva alla testa la polizia ebraica e degli ucraini. Mordecai Anielewicz diede l'ordine ai gruppi di combattimento di far passare gli ebrei e di colpire i tedeschi.
Verso le 6.05 da uno dei palazzi di via Zamenhof volò una bomba a mano che esplose nel centro della colonna di tedeschi che stava avanzando. Dalle finestre gli uomini della ZOB iniziarono a sparare e a lanciare granate e bottiglie incendiarie.
La sorpresa fu totale un tedesco cominciò a urlare "Juden haben waffen!" ("Gli ebrei sono armati"). I tedeschi riuscirono a ritirarsi. Sammern-Frankenegg ordinò un secondo attacco questa volta appoggiato da una autoblindo delle Waffen-SS. Sul blindato cadde una pioggia di bombe molotov che lo incendiò.
Contemporaneamente all'incrocio tra via Nalewki e via Gesia le altre unità della ZOB aprirono il fuoco seminando anche qui il panico.
Tuvia Borzykowski che presidiava quest'area ricorda:Tuvia Borzykowski che presidiava quest'area ricorda:
"Alle 6 del mattino l'assedio del ghetto era stato già quasi completato. I primi reparti armati stavano già marciando sul territorio del ghetto in direzione di via Nalewki, avvicinandosi al triangolo formato dalle vie Nalewki, Gesia e Franciszkanska. Non aspettammo che il nemico iniziasse la carneficina e dalle nostre postazioni scaricammo una pioggia di pallottole, granate e bombe a mano. Beh, i nostri prodotti casalinghi non ci delusero: esplosero come dovevano ed eseguirono bene il loro compito, lasciando sulla strada molti tedeschi morti o feriti. Fu il nostro primo scontro; le bombe che esplodevano proclamavano a gran voce che la rivolta era iniziata!... Le compagnie tedesche si frazionarono in gruppi minori. Strisciavano lungo i muri, non osando portar via i compagni feriti che giacevano qua e là nella strada. Passati i primi momenti di sgomento la risposta tedesca non si sarebbe fatta attendere. Così allo scoperto erano esposti al nostro tiro; quanto a noi, avevamo il muro come rifugio e protezione".
L'Hauptsturmführer Georg Michaelsen che prese parte ai combattimenti tra via Zamenhof e via Mila ricordò quei momenti al processo dicendo: "L'inizio del combattimento si svolse in modo differente da come venne riportato nel rapporto del generale Stroop. Ero lì in quel momento e vi assistetti personalmente. Eravamo fermi nello spiazzo di fronte al palazzo del Consiglio ebraico. Un'unità delle Waffen-SS era ferma e pronta al combattimento. Le Waffen-SS cominciarono ad avanzare all'interno del Ghetto procedevano lungo i due marciapiedi in fila indiana. Dopo aver percorso circa cinquanta metri vennero accolti da un fitto fuoco che veniva dalle finestre delle case. Ci furono subito alcuni morti e feriti. In un primo momento le SS continuarono ad andare avanti ma il fuoco divenne più intenso e venne dato l'ordine di ritirarsi. L'unità ritornò indietro portando con sé i morti ed i feriti. Venne allora tentato un secondo assalto con un blindato per il trasporto truppe. Il carro armato non venne impiegato. Si trattava di un mezzo blindato scoperto condotto dagli uomini delle Waffen-SS. Un certo numero di bombe molotov furono lanciate verso il mezzo. Penso fossero ben più di una. Il blindato prese immediatamente fuoco e a gran velocità fece marcia indietro, tra i membri dell'equipaggio molti erano gravemente ustionati. L'operazione venne interrotta e si tenne un consiglio di guerra".