Due resistenti ebrei rifiutano di rispondere alle domande di un ufficiale SS. Dietro, al centro, è presente Stroop -foto d'epoca-
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Il comando della ZOB decise di festeggiare il 1° maggio con una azione speciale. Vari gruppi di combattimento escono nel settore con la missione di dare la caccia al numero più grande possibile di tedeschi.
La sera ha luogo l'appello del primo maggio. Breve discorso. L'Internazionale. Nel mondo intero, sono pronunciate le stesse potenti parole. Ma l'Internazionale non è stata cantata mai, finora in condizioni così tragiche, in un luogo in cui un intero popolo è morto e non finisce ancora di morire.
Queste parole e questo canto di cui le rovine fumanti rinviano l'eco testimoniano che la gioventù socialista si batte ancora nel ghetto e che non le dimentica nemmeno di fronte alla morte".
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Due abitanti del ghetto nascosti in un bunker -foto d'epoca-
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Queste parole di Marek Edelman dimostrano che al 1° maggio non solo la ZOB era ancora in grado di combattere ma che la sua capacità offensiva era sostenuta dal desiderio di uccidere quanti più tedeschi fosse possibile prima di morire.
Per tutto il giorno e per i due giorni successivi le cinque squadre di combattimento di Edelman combattono furiosamente contro i nazisti nel bunker di quella che era via Franciszkanska 30. Gli uomini del Bund sparano solo a colpo sicuro, le munizioni sono scarse.
I contatti con la "parte ariana" sono definitivamente interrotti e non vi è più nulla da sperare. Ma i bunker tengono e difficilmente gli uomini della ZOB si fanno prendere vivi.
Stroop riferisce di un combattente che arresosi improvvisamente estrasse una pistola che non gli era stata trovata indosso e sparò tre colpi contro un tenente della polizia.
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