Genieri tedeschi osservano la loro opera incendiaria -foto d'epoca-
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La battaglia del 22 aprile 1943
La giornata del fuoco comincia ancora una volta alle 7 del mattino. Anielewicz comprende velocemente la tattica di Stroop. I nazisti attaccano in piccole squadre più punti contemporaneamente e non è più possibile aspettarli in postazioni fisse. I cannoni sono posti a maggiore distanza e il loro tiro diventa micidiale.
La ZOB risponde allora utilizzando anch'essa pattuglie che escono di sorpresa dai rifugi sotterranei ed attacca alle spalle i commandos tedeschi. Più i combattenti ebraici adottano questa tecnica più Stroop si convince che occorre attaccare col fuoco.
Al mattino i nazisti appiccano il primo grande incendio in via Nowolipie nella zona delle fabbriche. Poi viene attaccata con il fuoco la fabbrica di spazzole e i palazzi lungo via Franciszkanska. Altri incendi scoppiano in via Mila. Le unità della ZZW impegnano i nazisti in una lunga battaglia in piazza Muranowska. La piazza viene persa e ripresa diverse volte durante tutta la giornata e soltanto la sera pone fine ai combattimenti. Nonostante l'uso dei cannoni Stroop non riesce a far arretrare i combattenti della ZZW.
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Una colonna di deportati per le strade del ghetto in fiamme -foto d'epoca-
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Tuttavia una preziosissima mitragliatrice viene distrutta proprio in questi combattimenti. Il comando della ZZW decide a questo punto che la lotta non può continuare e mettono in atto il loro piano di fuga dal Ghetto. Attraverso una galleria scavata in precedenza e percorrendo la rete fognaria i combattenti della ZZW si aprono un varco verso la parte ariana di Varsavia.
Con loro portano via anche il corpo del loro comandante Leon Rodal.
Probabilmente è la ritirata della ZZW che fa capire a Stroop un altro aspetto importante della lotta che si sta combattendo nel ghetto. Dopo la guerra in attesa del processo dirà: "Una cosa che mi colpì profondamente quel giovedì fu la nostra incapacità di catturare gli ebrei e i polacchi che fuggivano dal Ghetto attraverso le fogne.
Queste "catacombe" erano passaggi segreti eccellenti anche per tendere imboscate e gli ebrei riuscirono sempre a vanificare i nostri sforzi di allagarle.
Quelle poche SS che si addentrarono in quel dedalo vennero accolte dal fuoco delle pistole. L'uso di candelotti fumogeni e di cresoto [un aggressivo chimico N.d.T.] si rivelò inefficace. Non ottenemmo mai il controllo di quelle fogne".
Nel suo rapporto finale Stroop elenca i “successi” della giornata: 1.110 ebrei catturati e inviati ai treni, 203 "ebrei e banditi" uccisi, 15 bunker distrutti.
Un'altra sorpresa della giornata furono per Stroop le donne ebree, leggiamo dal suo rapporto giornaliero: "Per la prima volta abbiamo avuto notizia della partecipazione della Associazione Giudaica Femminile Combattente (Movimento Chaluzim)".
La ZOB con le sue ragazze e io suoi ragazzi continuava a combattere.
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