Dachau - cancello d'accesso al campo "Arbeit macht frei" "Il lavoro rende liberi" -foto d'epoca-
Dachau - spesso la recinzione era un mezzo per suicidarsi -foto d'epoca-
Dachau - prigionieri si dirigono al lavoro -foto d'epoca-
Dachau - prigionieri salutano l'arrivo della libertà -foto d'epoca-
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A circa 15 km a nord-ovest di Monaco si trova un paese, Dachau,
che vanta una storia millenaria strettamente legata ai conti di Dachau,
antenati dei Wittelsbach, che per secoli la governarono dalle sontuose stanze del palazzo che domina il paese.
Il 21 marzo del 1933 inizia per la città il periodo più buio e drammatico di tutta la sua lunga esistenza:
nel "Münchner Neuesten Nachrichten" apparve con una freddezza agghiacciante questa notizia firmata da Heinrich Himmler,
Presidente della Polizia della città di Monaco:
« Mercoledì 22 marzo 1933 verrà aperto nelle vicinanze di
Dachau il primo campo di concentramento. Abbiamo preso questa
decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza
di agire per la tranquillità del popolo e secondo il suo desiderio. »
La prima costruzione del campo era una fabbrica di munizioni, costruita durante la prima guerra mondiale e
ampliate nel '37-'38, periodo in cui furono costruite le nuove baracche, l'economato e i vecchi capannoni per
le munizioni vennero trasformati in officine.
Il campo di concentramento formava un rettangolo di circa 300 metri di larghezza e 600 metri di lunghezza. Ad ovest era situato il campo d'istruzione delle SS dal quale partiva una larga strada asfaltata al termine della quale era situato il "Jourhaus", l'edificio di guardia del comandante del campo.
Il cancello, caratterizzato da una pesante inferriata, portava la scritta: "Arbeit macht frei"
(il lavoro rende liberi).
Nel campo c'erano poi il "bunker" (la prigione del campo dove i prigionieri dovevano stare fermi in piedi per molte ore anche solo per un minima colpa),
il piazzale dell'appello dove ogni giorno, alla mattina e alla sera, si svolgeva l'appello generale dei detenuti,
la cantina-bar dove si potevano comprare sigarette e ogni tanto anche alimentari come marmellata di rape, pasta di avena
e cetrioli. Da citare ancora il "museo" dove venivano conservate figure in gesso dei prigionieri caratterizzati da
particolari menomazioni fisiche o addirittura venivano mostrati e anche percossi pubblicamente dei detenuti
importanti come il vescovo Kozal, politici, artisti, nobili, tra i quali i duchi di Hohenberg, figli dell'
Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco assassinato a Sarajewo nel 1914.
Le baracche erano divise in categorie: la baracche di sinistra erano destinate ai prigionieri lavoratori,
le baracche destinate ai malati messi in quarantena perchè invalidi, malati di scabbia e di tifo.
La baracca n° 15 era detta "della compagnia di punizione" perchè destinata ai prigionieri,
perlopiù ebrei, a cui erano riservate le punizioni più severe.
Inizialmente il campo di Dachau era stato progettato per ospitare circa 5.000 detenuti
ma a partire dal 1942 il numero non scese mai al di sotto di 12.000: il grande aumento
avvenne quando, nel 1938, iniziarono ad arrivare i primi ebrei tedeschi che si aggiunsero
ai comunisti e ai dirigenti socialisti che arrivarono già nel 1933.
I primi ebrei che arrivarono nel campo ebbero la possibilità, dopo un breve permanenza,
di emigrare in altri paesi soprattutto se consegnavano tutti i loro beni ai nazisti.
Dopo l'annessione dell'Austria e la conquista della Cecoslovacchia la situazione peggiorò:
nel 1940 iniziarono ad arrivare gli ebrei residenti in questi due paesi e anche un grande
numero di ebrei polacchi, che costituirono la maggioranza dei prigionieri.
Riprendendo la visita del campo ci si trova di fronte ai luoghi della morte:
il forno crematorio e la camera a gas. Inizialmente una baracca in legno, il forno
crematorio del campo venne costruito come appare oggi da alcuni detenuti al qualche
avevano insegnato il mestiere di muratore. Collegata con il forno crematorio era stata
costruita una camera a gas, che non ha mai funzionato. Al crematorio venivano solo portati
i prigionieri morti per essere bruciati; nonostante questo 3.166 detenuti di Dachau morirono
asfissiati dal gas a Hartheim, presso Linz in Austria, dove vennero portati in speciali convogli
tra il 1942 e il 1944.
Il bilancio dei prigionieri di Dachau è impressionante: il totale dei detenuti passati a Dachau
(alcuni rimasero fino alla liberazione del campo, altri invece vennero trasferiti in altri campi
di concentramento, molti morirono prima della liberazione) è di 206.206 anche se la cifra non è
del tutto certa in quanto molti prigionieri non vennero registrati o si prese il numero di altri prigionieri.
Il numero dei morti è di 30.000 circa: 27.500 morti durante la prigionia e 2.000 dopo la liberazione.
Pochi giorni prima della liberazione, avvenuta il 29 aprile 1945, il numero di detenuti era di 67.665
(30.442 nel campo centrale di Dachau e 37.223 nei campi filiali, sorti intorno al 1942). Gli italiani erano 3.388.
Guarda la struttura del campo: > Geografia Campo di Dachau
Vai alla pagina geografica dei maggiori lager nazisti: > Mappa Lager nazisti
Visita il sito ufficiale del Museo-Campo di Dachau: > Sito Ufficiale
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