Michael Shumacher

É paradossale se si scorre al contrario la storia del grande campione che è stato Michael Schumacher: simbolo, leggenda, mito indiscusso del cavallino rampante di Maranello e per sempre nel cuore dei tifosi che con lui hanno vissuto forse il periodo più bello della storia della Ferrari.
Quel periodo di dominio assoluto in F1, oltre ad essere per la Rossa motivo di orgoglio, risulta a distanza di anni simbolo di perfezione per il mondo delle corse, e motivo di ispirazione per tutte le attuali case automobilistiche.

E’ incredibile pensare che dopo aver rischiato un numero indefinito di volte la vita su una monoposto, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere, nel momento in cui decide di dire addio al mondo delle corse e dedicare tutto il suo tempo alla sua famiglia e ai suoi hobby, rimane seriamente ferito in un grave incidente sugli sci, che lo terrà in coma per diversi mesi. Come a sottolineare quanto il suo posto sia su un sedile, con davanti un volante e sotto delle ruote, che corrono, sfrecciano veloci verso qualcosa chiamato destino.
Il tutto amplificato se si pensa che il suo primo mondiale lo vinse proprio l’anno in cui ci fu lo spaventoso incidente che costò la vita ad un altro grande campione: Ayrton Senna, il quale sarebbe stato certamente il pilota da battere negli anni a venire.

In quel mondo, evidentemente, c'era un solo posto per persone con quella tenacia e quel carisma.
Dopo quello sfortunato episodio vincerà ancora, e ancora; scrivendo una delle pagine più belle della Formula uno. Vivrà ogni singolo momento al massimo dei “giri-motore” delle emozioni, fino a quando anche quel motore, un giorno, si ferma. Proprio mentre non fa più quello che ha sempre fatto: correre.

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