Monumento Nazionale: LA STRUTTURA

Un anno dopo la proclamazione del Monumento Nazionale si aprì il concorso per il progetto di un 'Museo della Resistenza nella Risiera di San Sabba'.

L'architetto Romano Boico (1910-1985), triestino, nel 1966 ha 56 anni e una lunga lista di progetti realizzati a Trieste, vince il concorso.

Così motivò il suo progetto: "La Risiera semidistrutta dai nazisti in fuga era squallida come l'intorno periferico: pensai allora che questo squallore totale potesse assurgere a simbolo e monumentalizzarsi. Mi sono proposto di togliere e restituire, più che di aggiungere. Eliminati gli edifici in rovina ho perimetrato il contesto con mura cementizie alte undici metri, articolate in modo da configurare un ingresso inquietante nello stesso luogo esistente. Il cortile cintato si identifica, nell'intenzione, quale una basilica laica a cielo libero. L'edificio dei prigionieri è completamente svuotato e le strutture lignee portanti scarnite di quel tanto che è parso necessario. Inalterate le 17 celle e quelle della morte. Nell'edificio centrale, al livello del cortile, il Museo della Resistenza, stringato ma vivo. Sopra il Museo, i vani per l'Associazione deportati. Nel cortile un terribile percorso in acciaio, leggermente incassato: l'impronta del forno, del canale di fumo e della base del camino."

L'accesso avviene quindi tra due mura parallele alte 11 metri, larghe 45 e distanti tra loro solo 3 metri che rendono la soluzione di continuità tra la città e lo spazio sacro un percorso tra una realtà e l'altra.
Camminando tra queste mura i rumori esterni si affievoliscono e la luce diventa ombra (Foto in alto).

All'inizio del percorso vi è un enorme cancello scorrevole in acciaio, resa di ogni speranza e impossibilità di tornare indietro.

Si prosegue attraverso il sottoportico e da qui si accede alla sala delle torture, la 'cella della morte' (a lato), con gli occhi già abituati alla penombra.